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sabato 16 aprile 2011

Viaggio in Palestina Luglio 2011 / Terra Santa e Territori occupati

Un modo nuovo di vivere l'esperienza del viaggio tra conoscenza, spiritualità, cultura. E' la filosofia che sta alla base dei viaggi organizzati da Paolo Farina e da un nutrito gruppo di cittadini di Andria: alla scoperta del fascino ma anche delle contraddizioni che animano una terra tra le più belle dell'intero pianeta. I viaggiatori saranno immersi nella quotidianità locale in quanto saranno ospitati da accoglienti famiglie palestinesi a Beith Sahour, nei pressi di Betlemme. Da qui si muoveranno per visitare i territori, Gerusalemme, i luoghi del Vangelo... Tutto ciò accompagnati e guidati con sapienza da Don Mario, parroco toscano che svolge la sua missione già da diversi anni in Palestina. Ad un costo davvero eccezionale: 850 Euro per gli adulti e 650 Euro per i minorenni. Durata del viaggio: dal 16 Luglio al 27 Luglio 2011. Contatti: plfarina@libero.it


Qui di seguito il programma di massima:


Programma di massima per il viaggio in Palestina del gruppo di Andria, 2-12 agosto 2010


16 luglio, sabato: alle 23.30, raduno e partenza in pullman da Andria

17 luglio, domenica: alle 10 volo per Tel Aviv (il check-in deve essere fatto almeno quattro ore prima; quindi alle 6 del mattino dobbiamo essere al Terminal 5 di Roma-Fiumicino); alle 14.20, arrivo a Tel Aviv; trasferimento a Beith Sahour e sistemazione nelle famiglie.

18 luglio, lunedì: Gerusalemme: visita al Monte degli Ulivi, al Getsemani (incontro con Geries), al Santo Sepolcro e al Cenacolo; (18.30, incontro con Daniela Yoel)

19 luglio, martedì: mattinata dedicata Beith Sahour (Shepperd Field;) e a Betlemme (Natività, Grotta del latte, suore del Verbo Incarnato); nel pomeriggio, ritorno a Gerusalemme: incontro con suor Alicia e rappresentanti delle associazioni ebraiche per i diritti umani.

20 luglio, mercoledì: partenza per Nazaret; in mattinata visita alla Basilica dell’Annunciazione; nel pomeriggio: incontro con mons. Chacour ; in serata, arrivo presso la parrocchia di abuna Elias, a Jaffa di Nazaret.

21 luglio, giovedì: intera giornata dedicata alla Galilea (con itinerario da organizzare secondo i suggerimenti di don Mario e abuna Elias). Tappe: monte Carmelo; monte delle Beatitudini, Tabgha, Cafarnao, fiume Giordano

22 luglio, venerdì, al mattino presto, partenza da Jaffa di Nazaret; tappe in Samaria: Nablus, Jenin, Qalqilya, Abud (don Mario, suggerisci il fattibile…); alle 17.00 arrivo al Baby Hospital di Betlemme; incontro con suor Donatella e alle 18 preghiera del rosario lungo il Muro dell’Apartheid.

23 luglio, sabato, in mattinata, partenza per il Mar Morto; pranzo a Gerico; nel pomeriggio; giornata dedicata a Gerusalemme: Spianata delle Moschee, suq. 

24 luglio, domenica: messa domenicale nella parrocchia di Beith Sahour; pranzo nelle famiglie; alle 16, raduno e partenza per Hebron.

25 luglio, lunedì: all’alba, un gruppo di noi. Preferibilmente giovani, sarà accompagnato in visita al check point di Betlemme da don Nandino; la mattina visita allo Yad Vashem e prosecuzione per Ramallah, nella parrocchia di abuna Faysal (con pausa pranzo); nel pomeriggio, Taybeh e Birzeit, dove possiamo ascoltare i rispettivi Abuna Rais e Manuel.

26 luglio martedì: in mattinata, visita a Deisheh;  alle 12, trasferimento all’aeroporto di Tel Aviv; volo alle 17.50; arrivo a Roma Fiumicino alle 20.35, dove saremo attesi dal pulmann che ci porterà ad Andria.

27 luglio, mercoledì: arrivo previsto ad Andria all’alba…



Qui di seguito una presentazione di Paolo Farina del viaggio:


Diversamente” pellegrini

800.000 sono i pellegrini che, si stima, visitano ogni anno la Terra Santa. Se però doveste chiedere ad ognuno di essi di spiegarvi dove sia la Palestina, probabilmente non sarebbero in grado di rispondere: “Sono stato a Gerusalemme, in Israele… ho visto anche Betlemme” – aggiungerebbero – “ma la Palestina no, non l’ho vista!”.
Non è ora il caso di insistere sulle incertezze storico-geografiche del nostro ipotetico prototipo di pellegrino dei Luoghi Santi.
Una cosa però è certa: l’enorme flusso di pellegrini di Terrasanta, flusso drenato da tour operator, anche di ispirazione e matrice religiosa, per lo più ignora le sorti dei pochi cristiani rimasti in quella regione.
Provate a chiedere a un pellegrino se conosce quali villaggi cristiani siano rimasti in Palestina, ditegli di farvi un nome diverso da quello di Betlemme, chiedetegli di Bet Jalla, di Beit Sahour, di Taibeh e, ancora una volta, lo metterete in difficoltà…
Ebbene, da un po’ di anni a questa parte, sono sorte dal basso iniziative tese a realizzare dei “pellegrinaggi alternativi”, dei viaggi in cui – alla tradizionale motivazione religiosa, alla curiosità di visitare e conoscere le “pietre sante” del Santo Sepolcro, del Getsemani, di Nazareth – si affianca il desiderio di incontrare le “pietre vive” di Terrasanta, vale a dire la volontà di stringere rapporti di fratellanza e amicizia con i cristiani da cui la nostra fede ha avuto origine, allo scopo di condividerne le angosce, le sofferenze, le gioie, le speranze.
Si tratta di pellegrinaggi “diversamente abili”, realizzati grazie alla commovente ospitalità di famiglie palestinesi che spalancano i loro cuori e le loro case per accogliere i fratelli di fede occidentali e garantire loro vitto e alloggio per l’intera durata del viaggio.
Per scoprire fino in fondo la bellezza di una simile esperienza, occorrerebbe “toccare con le proprie mani e vedere coi propri occhi”, capire cosa significa mantenere accesa la fiamma della speranza, della fede, dell’amore, in una terra in cui i più elementari diritti umani sono sistematicamente negati. Occorrerebbe soffrire le umiliazioni dei check point, passeggiare increduli in città fantasma serrate dal Muro e da reti elettrificate, visitare angosciati i campi profughi e, dopo tutto questo, ascoltare le parole di pace e di perdono pronunciate non da astratti teorici del dialogo, ma da chi, ogni giorno, vive sulla propria pelle ogni genere di vessazione.
Diversamente pellegrini potremmo chiamare costoro, gente che ha scelto di abbandonare le nostre mille paure e il feticcio delle garanzie e sicurezze ricercate ad oltranza, per gustare la dolcezza di un pane spezzato e di un tetto condiviso.
… Provare per credere!


Paolo FARINA

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