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venerdì 11 febbraio 2011

DOMENICA 13 FEBBRAIO 2011: SE NON ORA QUANDO? GIORNATA DI MOBILITAZIONE DELLE DONNE E DEGLI UOMINI AMICI DELLE DONNE

Se non ora, quando?
(dalla newsletter SEL-Taranto)

Appuntamento domenica 13 in piazza della Vittoria a Taranto dove ogni donna potrà portare dei biglietti con i propri pensieri che saranno appesi con delle mollette su di un filo che correrà lungo tutta la piazza a contornarla, ci sarà un gazebo con materiale, musica e la possibilità di pronunziare frasi a tema. Non sono previsti simboli di partito, ci saranno solo donne (e uomini) che vogliono fare sentire che c’è chi si oppone alla rappresentazione che delle donne si dà. Per chi volesse collaborare all’allestimento l’appuntamento è alle 16 in piazza della Vittoria a Taranto, mentre l’inizio della manifestazione è previsto per le 18.
Nella riunione iniziale dell’iniziativa, presenti molte donne a testimoniare l’adesione di associazioni quali Libera, la CGIL, lo SPI CGIL, l’AUSER, partiti politici quali SEL, PD, PRC, Sinistra Critica, la discussione è andata oltre i semplici aspetti organizzativi e ha abbracciato la condizione femminile nel suo complesso. Ne è seguita l’idea di continuare l’esperienza di confronto anche in momenti successivi al 13, per portare avanti una discussione collettiva sui temi del femminile, pur nelle differenze derivanti dalle varie esperienze politiche.



da (ilsitodelledonne.it)
In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile. Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni. Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale. Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.



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