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venerdì 29 ottobre 2010

Il mondo che non c'è. Storie di diritti negati nel mondo dell’agricoltura. Proiezione del docu-film "Mimma e Annibale", seguirà dibattito. Giovedì 4 Novembre 2010, ore 18, Sala Convegni, Montemesola


La provincia di Taranto conta circa 40.000 persone addette al lavoro nei campi (il doppio di quelle impiegate nell'industria). Di questi circa 13.000 non sono in regola. Ma questa è una distinzione che lascia il tempo che trova, visto che anche coloro i quali hanno un contratto, praticamente mai lo vedono rispettato. La storia dei braccianti della provincia di Taranto (ma in definitiva di tutto il sud Italia) è un mondo sconosciuto fatto di soprusi, diritti negati, violenza, indegnità, fermo ad un livello di diritti pre-salariale. Se aggiungiamo che di questa forza lavoro il 75% è composta da donne possiamo ben capire che le difficoltà (se così possiamo dire) si moltiplicano.
E' un mondo sconosciuto ai più, fatto da persone che si svegliano tutte le mattine alle 3 e che vengono portate in terre che nemmeno loro sanno dove si trovano e a chi appartengono, alla mercé dei caporali che decidono del loro destino.
La Cgil-Flai di Taranto ha documentato tutto questo in uno splendido film girato da Maristella Bagiolini.

La serata vuole dare un contributo alla conoscenza di questo mondo e dei tanti, troppi invisibili che lo popolano.

Montemesola - Sala Convegni - Giovedì 4 Novembre 2010 - Ore 18

Programma:
Proiezione docu-film "Mimma e Annibale" ;

Segue dibattito con gli interventi di Mimmo Stasi (segretario Cgil-Flai provincia di Taranto), Assunta Urselli (Cgil-Flai Grottaglie), Maristella Bagiolini (ideatrice del docufilm), Donatella Duranti (SEL Taranto). Introduce Aldo Brancone (SEL Montemesola). 



Qui il promo:



Qui una sintesi


Qui un'intervista a Maristella Bagiolini



Dal Manifesto del 27 Ottobre. "E il governo vara la legge che aiuta i grandi inquinatori" (cioè l'ILVA)


   di Ornella Bellucci - TARANTO
PRO ILVA
E il governo vara la legge che aiuta i grandi inquinatori
Un decreto alza i livelli di tollerabilità del benzoapirene
Con una legge ritoccata ad hoc, il governo offre la sponda ai grandi inquinatori. Fino al 31 dicembre 2012, nelle città italiane con oltre 150mila abitanti, il benzoapirene, il più cancerogeno tra gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) secondo l'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro, potrà superare la soglia europea di tollerabilità (un nanogrammo per metro cubo). Il tetto, fissato da un decreto ministeriale del 1994, poi incorporato nel decreto legislativo 152 del 2007, è stato abrogato dal successivo decreto 155 di quest'anno, emanato il 13 agosto scorso in attuazione, dice il governo, della direttiva europea del 2008 «per un'aria più pulita in Europa». 
In realtà quella direttiva non parla di benzoapirene, ma di altri agenti tossici. Mentre in virtù di questo decreto, fino alla fine del 2012, nei centri urbani con oltre 150 mila abitanti il benzoapirene potrà superare quella soglia, senza obbligo di individuazione della fonte di inquinamento nè di intervento da parte degli enti locali (che invece prima erano obbligati a intervenire). Solo a partire dal 2013 il benzoapirene dovrebbe tornare a non superare quel limite. Questo oggi in Italia dice la legge che regola le sue emissioni in atmosfera, sebbene il testo sottoposto al vaglio della Commissione ambiente al Senato e alla Camera e presentato da Agostino Ghiglia (Pdl) sia stato un altro. Roberto Della Seta, senatore Pd in quella commissione, precisa: «Queste disposizioni non erano nel testo esaminato a luglio». Infatti il provvedimento ha ottenuto parere favorevole da entrambe le commissioni parlamentari. E ora il Pd ha presentato in commissione Ambiente una risoluzione che impegna il governo a ripristinare i vecchi limiti di legge, più rigidi. Il benzopirene può essere assorbito per inalazione, attraverso la cute e per ingestione, e l'esposizione ripetuta o a lungo termine può causare danni importanti alla salute. 
Una norma pro Ilva
Nel lontano 1987 l'Organizzazione Mondiale della Sanità stimava che lo sforamento di 1 nanogrammo a metro cubo può determinare un rischio di nuovi 9 casi di cancro ogni 100mila persone. Non solo: il benzopirene è genotossico, cioè può modificare il Dna trasferito dai genitori ai figli. Tuttavia in Italia il decreto del governo lascia mano libera ai grandi inquinatori nelle città con oltre 150mila abitanti. Tra queste ce n'è una, Taranto, ormai sepolta dall'inquinamento della grande industria. Nella città jonica il mix di inquinanti - diossine, benzopirene, cadmio, berillio, arsenico, mercurio, nichel, benzene eccetera - da 50 anni si è cronicizzato. I dati diffusi nell'aprile 2010 dall'Asl (raccolti con l'Associazione nazionale tumori) e riferiti al 2007, sono allarmanti: 594 ricoveri per cancro al polmone e 55 per carcinoma della pleura. Quei dati ora sono al vaglio dell'Istituto Superiore della Sanità. 
Taranto è sede di una delle più grandi acciaierie europee, l'Ilva di Riva (13mila dipendenti), da tempo nell'occhio del ciclone per l'inquinamento prodotto. Eppure in Puglia esiste una legge antidiossine e furani (approvata nel 2008), unica in Italia, firmata da Vendola per ridurre i veleni prodotti dalla grande industria, Ilva in particolare, e riportarli entro il 31 dicembre 2010 agli standard europei. Oggi però nel registro europeo sulle emissioni e i trasferimenti di inquinanti in acqua, aria e suolo, mancano i dati dell'Ilva di Taranto relativi al 2007-2008. Alcuni di essi, ancora in fase di validazione e riferibili al solo inquinamento dell'aria, su pressioni dell'Istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sono emersi. Emerge che la soglia di emissioni stabilita a livello europeo è abbondantemente superata dall'Ilva di Taranto. Qualche esempio? Se per le emissioni di diossine e furani l'Ue stabilisce il tetto di 0,1 grammi l'anno, l'Ilva ne dichiara 97. Quelle di Pm10, che dovrebbero attestarsi sulle 50 tonnellate annue, risultano 3.378,4. Quelle da monossido di carbonio, soglia prevista 500 tonnellate l'anno, arrivano a 247.544,3, e quelle di biossido di carbonio, per cui il margine di tollerabilità è di 100mila tonnellate l'anno, arrivano a 10.731.887. 
Tra le più inquinate d'Europa
Per comprendere le dimensioni che l'inquinamento industriale oggi può assumere in una città di 200mila abitanti come Taranto, dove l'Ilva coesiste con l'Eni, la Cementir e l'arsenale militare, consideriamo non tutto, ma solo una porzione del centro urbano: il quartiere Tamburi, che sorge a ridosso delle acciaierie. Quanto al benzopirene, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente attesta che lì il superamento del valore di legge è preoccupante e precisa che il 98% dell'inquinante proviene dalla cokeria. Il quartiere Tamburi, nato per ospitare i primi operai di fabbrica, è tra i più inquinati del mondo. 
Nei grafici che riportano i livelli di benzoapirene in città, quelli campionati tra il 2003 e il 2006 sono stati i più alti d'Italia. In una scala da 1 a 10, il 6 aprile 2003 Firenze, Ravenna, Catania, Bologna registravano quantità di benzoapirene inferiori a 1, Padova, Verona, Venezia, Viterbo, Milano, Roma lo superavano di poco, mentre in via Orsini (Taranto-Tamburi) la concentrazione arrivava a 10. Nel confronto con megalopoli come Chicago, Hong Kong, Santiago, San Paolo, Los Angeles, Houston o Atene è sempre il quartiere Tamburi di Taranto ad avere la peggio. Bisogna arrivare in Pakistan o in Polonia per trovare fonti di inquinamento così importanti vicino a quartieri densamente abitati. Che il problema sia legato alle cokerie Ilva, non v'è dubbio. I dati dell'Arpa relativi ai primi cinque mesi del 2010 nel quartiere rilevano valori di benzoapirene pari al triplo della soglia prevista per legge: anziché 1 nanogrammo per metro cubo lì se ne registrano 3, nel resto del centro urbano la media è di 1,1.
Peacelink, tra le associazioni della rete Alta Marea che si batte per il ripristino della legalità ambientale, partendo da quei dati rilancia. Da calcoli fatti in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, l'associazione sostiene che ogni giorno un bambino che risiede nel quartiere Tamburi inala mediamente l'equivalente di benzopirene contenuto in un po' più di 2 sigarette (in una sono circa 9 nanogrammi). Vale a dire l'equivalente di 780 sigarette l'anno. Questo dato trova riscontro in un rapporto Ispesl del 2008. Ma c'è un altro dato impressionante: la quantità di sigarette fumate involontariamente dai lavoratori della cokeria. Qui fanno testo i dati contenuti in una perizia commissionata dalla magistratura all'Asl nel 1999-2000, secondo cui in otto ore di lavoro quei lavoratori, nelle postazioni a minore esposizione, inalano l'equivalente di circa 350 sigarette, mentre si sale oltre le 6mila nei punti più critici della cokeria.

domenica 24 ottobre 2010

Tristissimo giorno...Addio Salvatore...


 La fine del giorno 


Sotto una luce bigia, senza posa,
senza ragione, si contorce e incalza
danzando, spudorata e rumorosa,
la Vita: così, poi, quando s'innalza

voluttuosa la notte all'orizzonte,
e tutto, anche le fami, in sé racqueta,
tutto annuvola e spegne, anche le onte,
"Eccoti, alfine!" mormora il poeta.

"Pace ti chiede il mio spirito ed ogni
mia fibra, pace, e null'altro elisire;
ricolmo il cuore di funebri sogni,

vo' stendere le mie membra supine
nella frescura delle tue cortine
e quivi sempre, o tenebra, dormire!"
Charles.Baudelaire

mercoledì 20 ottobre 2010

ESCURSIONE ALLA MASSERIA GALEASI - Domenica 24 Ottobre

Riprendono le escursioni dell'associazione "Terra delle Gravine". Dalla newsletter:
Cari amici della Terra delle Gravine
riprendiamo la nostra temporanea navigazione a vista proponendo per questa domenica una bellissima ed in parte esclusiva escursione nel territorio di Grottaglie. Grazie alla intraprendenza della nostra socia Carmen ci viene infatti offerta la possibilità di visitare dall'interno la masseria di Galeasi, uno dei più insigni monumenti dell'architettura rurale maggiore. Nota sin dall'inizio del Quattrocento (se ne fa infatti menzione in un inventario dei beni appartenenti al principe di Taranto, Giovanni Antonio Orsini) possiede autentici tesori, come la bellissima colombaia, una torre quadrata riccamente ornata ed un frantoio ipogeo che risalgono almeno alla fine del Cinquecento.

Il contegno ostico dei custodi hanno sempre impedito sino ad ora una visita agli edifici della masseria, che è rimasta (pur nella preziosità delle citate strutture) in una condizione di rusticità ...struggente.

Qualora il tempo lo consentirà visiteremo un'altra struttura che, per altri versi, merita un analogo encomio. A pochi metri dalla precedente giace infatti Masseria Lo Noce, che non ha edifici sontuosi, ma una torretta molto modesta. I suoi mirabilia sono tutti sotterranei: un villaggio rupestre, cisterne enormi, un frantoio ipogeo dell'inizio del Seicento ed una colombaia (anch'essa quasi interamente ipogea) probabilmente medievale.

Se avanzerà ancora tempo visiteremo una piccola Pantalica, con diverse tombe a grotticella dispersa fra le lame contigue.

L'escursione non presenta difficoltà di sorta, quindi è indicata per (quasi) tutti; si consiglia l'uso di scarpe adeguate agli ambienti sconnessi. Rientro previsto: ore 14 a Taranto Appuntamento: ore 9 Palamazzola (lato Via Venezia); ore 9.30 Cinema Vittoria di Grottaglie


Avvertenze
Difficoltà: nessuna
Dotazione: scarpe comode
Info: Antonio Vincenzo Greco: 3282862121
Rientro previsto: ore 14 a Taranto
Appuntamento: Taranto Palamazzola ore 9; Grottaglie Cinema Vittoria ore 9.30.

sabato 9 ottobre 2010

Alias. Il Manifesto. Maniaci alle corde. Tra i 650 "gioielli" del museo di Montemesola.

Nel piccolo paese della provincia di Taranto il medico Francesco Spada mette in mostra una delle più importanti raccolte di strumenti musicali d'Italia.Si va dal rarissimo melophone ai gong indiani, dagli armonicum alle cornamuse. "Ma le istituzioni non mi aiutano"

venerdì 1 ottobre 2010

TANTO RUMORE PER NULLA (Cronache Marziane dal consiglio comunale del 30 Settembre 2010)

C'era molta attesa per questo consiglio comunale, ma si può dire, a onor del vero, che la montagna ha partorito un topolino. Si doveva discutere, punto principale, del debito del Comune e scoprirne quali fossero le cause e di chi le responsabilità. Ma come bambini scoperti con la bocca sporca di marmellata si è convenuto nel ritenere che chi "è stato è stato, chi ha avuto ha avuto, scordiamoci il passato". Dalla mischia non riusciva ad uscirne nemmeno l'attuale amministrazione, che seppur nuova, rimane indifendibile, a parere delle opposizoni, per alcune presenze al suo interno riconducibili alle ultime giunte e alle scelte da loro compiute. Tant'è che ad una aperta accusa dell'ex sindaco Marangi l'assessore Coro si difendeva con un oscuro ed evocativo "...se sono qui ci sarà un perchè" aggiungendo che dall'altra parte contava come un due di picche!!!
Tutti coinvolti - nessun colpevole, quindi! Si fa prima, affermava il consigliere d'opposizione Romanazzo, a trovare nuove soluzioni per il futuro, che se si dovessero cercare le responsabilità, si perderebbe inutilmente del tempo prezioso, dichiarandosi quindi a disposizione per qualsiasi tipo di aiuto.
"Se proprio dobbiamo cercare un colpevole quello non sono io - affermava Marangi che non molla l'ascia di guerra - in quanto negli ultimi 5 anni ho cercato di tenere a freno il dissesto. Piuttosto si vedano gli atti di questi primi 6 mesi di amministrazione Punzi, degni solo delle attenzioni della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti". Inoltre egli si è attribuito i meriti dei fondi Pirp, Hospitis e della transazione del terreno dove sorgerà la clinica, costato solo 55 mila Euro e venduto a 355mila Euro! Ma qui siamo nel campo della pura finanza creativa o della fantascienza punto. Il punto drammatico, d'altronde, è che con questi trucchetti da prestigiatore si costruiscono bilanci! Ben ha fatto infatti Romanazzo a chiedere di togliere dal bilancio questa (teorica) vendita, visto che presumibilmente per la fine dell'anno l'ex scuola materna non riuscirà ad essere venduta.
D'altra parte la situazione è critica, denunciava l'assessore alle finanze Massafra, e chissà se ce la faremo! "La massa debitoria enorme è stata frutto di anni di mancata voglia di affrontare le questioni, poichè si tratta di una serie di debiti che da minimi importi sono arrivati a somme sproporzionate. Un esempio: un debito nato da 2 milioni delle vecchie lire (gestibile in maniera serena) siamo arrivati a chiuderlo a 178 mila Euro!" Un consiglio all'assessore: se come dice "non ci sono molte speranze per evitare il dissesto", non tenga il paese sulla graticola ancora per molto tempo ma lo conduca verso il commissariamento. A meno che, affermava ancora, la giunta non sia così brava da evitarlo. Come? Un primo passo, secondo loro, sono le transazioni fin qui effettuate, una delle quali molto cospicua con la Serveco che ammontava a circa 600mila Euro.
Chi invece sembrava non avere niente a che fare con la situazione nè presente nè passata erano le due consigliere piddine.
Approposito, veramente sotto-rappresentata la presenza delle donne nell'aula consiliare, che oltre a queste due presenze, contava solo l'assessore Massafra.
Tornando a noi, davvero impalpabile lo spessore della discussione. E a titolo personale molto noiosa. Le uniche annotazioni degne di rilievo ci vengono offerte dal consigliere Romanazzo che oltre a denunciare la paradossalità del dover discutere del bilancio 2010 senza aver approvato il consuntivo 2009, ci fa conoscere una vera chicca: il "bando telefonico" per la fornitura di impianti di condizionamento al comune. Egli ha infatti sottolineato come tale fornitura sia stata deliberata dopo aver ricevuto via telefono, caso unico, i preventivi dalle varie ditte e la cosa, seppur compiuta in buona fede e senza reato, diventa, alla luce del dissesto del Comune, almeno fuori luogo.

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